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affermazione di movimenti culturali con forte carica sociale.

  • Maurizio Zaia
  • 24 lug 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

C’era una volta, non tanto tempo lontano un meraviglioso giardino, parco curato , pulito dove la frequentazione tranquilla, diversa , plurale e felicemente condivisa, poteva godersi in armonia la giornata al fresco, il trascorrere era socialmente partecipato, si notavano le differenze culturali come esperienza positiva generando situazioni radicalmente nuove nelle relazioni tra culture e tradizioni, dove si intravedevano percorsi di un accelerato mutamento di pensieri e consuetudini portando ad una valorizzazione delle risorse umane, emotive ed un senso morale, spunto per la costruzione di concrete esperienze interculturali chiamate a confrontarsi con situazioni nelle quali l’incontro tra persone di diversa provenienza (etnoculturale , formativa, religiosa, pluralismo culturale ecc.), espressione della diversità formativa potenzialmente in grado di sviluppare innovazione intellettuale e crescita sociale, risorsa, sia istruttiva per comprendere e conoscere usi , costumi, usanze e ricerche gastronomiche.

Mentre altri soggetti frequentatori occasionali, cittadini del luogo notavano lai “differenza culturale”, come casi di shock, fondatrice di tensioni, conflitti e antagonismi che mobilitano con il solo pettegolezzo senza nessuna origine culturale, scientifica ma si interrogavano la propria capacità di vivere insieme come differenza, nella singola testa descrivevano pensieri isolati, allarmanti dove uno spazio collettivo deve essere luogo del singolo individuo o di poche persone, contrapposto al collettivismo, dove il valore sociale di una persona (la sua “faccia” o “colore della pelle”) e la sua diversità dipende solo alla sua appartenenza. Questa partecipazione minoritaria pericolosa, convinta e a suo gusto e piacimento decideva con personale giudizio che il parco non doveva avere in comune lo straniero, si così lo straniero, il diverso, e inizio una campagna diffamatoria, ostile, che porto questa inferiorità intellettuale, di inadeguatezza culturale, di disadattamento al presente, di infelicità, fonte di conflitto, porto criminali, delinquenti di sentirsi autorizzati e con minacce, violenze ingiuria e percosse, botte porto un opposizione violenta, tutt’ora a discapito dell’ambiente.

Che luogo TRISTE non avere tutti gli stessi diritti, ed esercitarli a beneficio della propria particolare individualità, viverla come risorsa questa diversità, in natura si chiama BIODIVERSITA affermazione nell’unicità e nella difesa della pluralità, identità come patrimonio collettivo di culture diverse, VINCENTE è investire nel tempo, in molto tempo per costruire questa biodiversità con buone relazioni, fiducia ed essere inclusi nella rete sociale, senza dimenticare che essere severo quando occorre. Partecipazione di tutti nell’educare le nuove generazioni a essere costruttori di pace.


 
 
 

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